Esteriorizzare attraverso colori e segni , siano essi istintivi o guidati dalla meditazione ,la propria interiorità, trasmettere sensazioni ed emozioni che riescano a toccare la parte più preziosa di noi stessi: l’anima , il cuore. E’ questo che Antonella Carraro cerca nella pittura. L’uso del linguaggio grafico fa parte del bagaglio di esperienze dell’essere umano, serve a costruire le nostre conoscenze. Già nello scarabocchio , che altro non è che una macchia,un insieme di segni apparentemente senza senso , il bambino rappresenta ciò che vede,la propria realtà,ed esprime a suo modo uno stato d’animo , un sentimento che cresce e si perfeziona con l’aggiunta del colore.Il segno è dunque qualcosa di spontaneo , di istintivo , ma che nasce da noi stessi, è espressione della nostra personalità profonda , immagine emotiva.L’artista usa il segno per relazionarsi con l’osservatore, per comunicare le proprie impressioni psichiche e aprire la propria mente. E vi aggiunge il colore , per dare un significato più preciso a quel segno, renderlo simbolicamente una sensazione che abbia influenza sul nostro agire.